martedì 16 agosto 2011

Tigers


al minuto 2:07 ha un sussulto un pò folle, ma la vecchia tigre malkmus contiua a ruggire che è un piacere

martedì 2 agosto 2011

Marry Me Aidan


La redazione di Off The Record è quasi vuota, le tapparelle sono già state abbassate e una solitaria zanzara mi ronza intorno. Finalmente anch'io domani me ne parto per le vacanze, e avevo quindi già pensato che sarei tornata ad occuparmi delle mie splendide ossessioni solo a fine agosto, ma ho appena scoperto che una non può proprio aspettare.
Era da un po' che avevo in mente di ammorbarvi tutti con il mio amore eterno per Aidan Moffat, ma ancora non avevo trovato il tempo per dedicarmi a lui con la devozione che merita. Oggi, però, mi è balzata agli occhi una notizietta che mi permette di darvi una piccola anticipazione.
Immagino che tutti, come me, si siano vestiti a lutto per un mese dopo l'annuncio dello scioglimento degli Arab Strap ben cinque anni fa. Bene, per tutti voi cuori infranti, Moffat e Middleton si sono recentemente riuniti per regalare un po' di sollievo al nostro strazio condiviso! Purtroppo è solo una cover-palliativo, e non avrà alcun seguito, ma mi è scesa comunque una piccola lacrimuccia. Si tratta di una canzone di un duo britannico a me assolutamente sconosciuto che si chiama Slow Club: a quanto pare la metà femminile del duo ha proposto all'adorato Aidan di coverizzare un loro pezzo, e dopo un po' lui ha acconsentito, coinvolgendo anche Malcolm Middleton. In ogni caso su The Quietus trovate il racconto nel dettaglio.
Invece il pezzo lo metto anche qui, così potete tutti gioire immediatamente con me, e se volete possiamo anche piangere un po' insieme mentre gioiamo. La sua voce mi rende sempre estremamente emotiva, che volete che ci faccia.
Buone vacanze!


Aidan Moffat & Malcolm Middleton - Two Cousins 1999 by theQuietus

domenica 31 luglio 2011

Compilation per l'estate

Una compilation da ascoltare nella città vuota d'estate. Sigh... c'è anche un fumetto allegato:
1. Estate, di Bruno Martino (nella versione di Joao Gilberto)
2. Mi sono innamorato di te, di Luigi Tenco
3. Ritornerai, di Bruno Lauzi
4. Aria di neve, di Sergio Endrigo
5. Città vuota, cantata da Mina (in realtà è la cover di It's a lonely town)
6. Ho capito che ti amo, di Luigi Tenco (nella versione di Ornella Vanoni)
7. Te lo leggo negli occhi, di Sergio Endrigo (nella versione di Franco Battiato)
8. Innamorati a Milano, di Memo Remigi
9. Ora o mai più, cantata da Mina e scritta da Gianni Ferrio (musica) e Antonio Amurri (parole)
10. Vedrai, vedrai, di Luigi Tenco

lunedì 25 luglio 2011

mercoledì 20 luglio 2011

Un'estate in Scandinavia

Saranno le vocine quasi infantili, la leggerezza delle melodie o il ritmo festoso, ma ogni estate mi capita di avere "la fissa" per una canzoncina di un'artista scandinava (rigorosamente al femminile).
Così, se lo scorso anno (e pure quello precedente, a dire la verità) è stato quello di Emiliana Torrini (trentaquattrenne islandese dal padre italiano) e la sua Jungle Drum, questa - già me lo sento - sarà l'estate di Lykke Li.
La ragazza, il cui nome vero è Li Lykke Timotej Zachrisson - e qui tutti la ringraziamo per l'abbreviazione che ci ha concesso -, ha 25 anni ed è nata in Svezia e cresciuta tra Portogallo, Marocco, Nepal e India. All'attivo ha due album (Youth Novels del 2008 e Wounded Rhymes del 2011) e la sua musica "è un misto di pop, indie ed elettronica". La giovine si diverte anche ad inserire nei suoi lavori gli strumenti più disparati come violini, sintetizzatori, tamburelli, sassofoni e chi più ne ha più ne metta. Detto questo, le sue due canzoni candidate ad essere parte della colonna sonora della mia estate non appartengono all'ultimo album, bensì al primo e sono "Dance dance dance" e "Little bit", rispettivamente seconda e sesta traccia del già citato Youth Novels.
Se anche a voi in estate capita di lasciar perdere la musica caraibica e trovare quello che vorreste ascoltare mentre guidate per andare al mare nella musica proveniente dal luogo geografico più improbabile di tutti, non vi resta che alzare il volume e ondeggiare la testolina piena di sabbia e acqua salata.

(Nella foto, Emiliana Torrini)

martedì 19 luglio 2011

Cass McCombs

dice che sulla sua tomba farà scrivere “home at last”. se ci arriverà seguendo la rotta di questo video, sarà stato un bell’andare…


domenica 17 luglio 2011

I saw a film today, oh boy

Mentre Martin Scorsese annuncia per quest'autunno l'uscita del documentario George Harrison. Living in the Material World, ecco una lista di film fatti da o che parlano di Beatles e singoli Beatle.

1. A Hard Day's Night di Richard Lester (1964)


Prima di A Hard Day's Night, i film con le rockstar protagonisti erano davvero inguardabili. La trama tipica può essere riassunta così: "Ehi! Perché non cantiamo una canzone?" (vedi i film di Elvis). Al loro primo film, invece, i Beatles sapevano di non volere niente del genere e intervennero pesantemente nella scelta del regista e dello sceneggiatore. Il primo era Richard Lester, che i fab four conoscevano per il suo umorismo surreale e il suo lavoro sui Goonies, il secondo era Alun Owen, giornalista di Liverpool, che riuscì a riprodurre una "giornata tipo" del gruppo nel pieno della Beatlemania e soprattutto a rendere il loro senso dell'umorismo. La battuta "Come avete trovato l'America?", "A sinistra della Groenlandia" ne è un esempio classico. Mezzo secolo dopo il film non ha più il ritmo incalzante che doveva avere all'origine, ma rende abbastanza bene che cos'erano i Beatles allora. In seguito fu criticato da John per come riduceva i quattro a semplici stereotipi che poi si sarebbero portati dietro per sempre (John il cinico, Paul il rubacuori, eccetera). In ogni caso, qui i Beatles si rivelano precursori dei Monthy Piton, che anni dopo fu proprio George a far emergere.

2. Let It Be di Michael Lindsay-Hogg (1970)


Se A Hard Day's Night racconta i Beatles nella loro scalata verso il successo planetario, Let It Be li ritrae in pieno disfacimento. La scena simbolo del film è il litigio fra Paul e George per via di un assolo di chitarra. Anche se è molto gentile come litigio, fa capire che i singoli Beatle non erano più disposti a lavorare come gruppo. Paul, che tenta di prendere il comando delle operazioni, risulta un piccolo dittatore abbastanza insopportabile. Nonostante tutto, il legame di amicizia tra i quattro era ancora molto forte. Si vede nei momenti più divertenti del film: quando George aiuta Ringo a comporre Octopus's Garden (la sua seconda canzone) e quando si riuniscono per il famoso concerto sulla terrazza. Per il resto ammettiamo che Let It Be è abbastanza noioso, proprio come quando si va in sala prove da visitatori.

3. Imagine: John Lennon di Andrew Solt (1988)


Dopo lo scioglimento dei Beatles, John e George furono gli unici due a produrre cose buone anche come solisti. Per John il momento più alto arriva nel 1971 con il disco Imagine, di cui questo documentario racconta la nascita. Una delle scene più interessanti è quando John e George (invitato a suonare la chitarra sul disco) provano How Do You Sleep?, un attacco piuttosto feroce nei confronti di Paul. Frasi tipo: "L'unica cosa buona che hai fatto è Yesterday, ma da quando te ne sei andato sei solo Another Day", "Il suono che produci è 'musicaccia' per le mie orecchie, devi aver imparato qualcosa in tutti quegli anni"... e così via. Non molto tempo dopo John sminuì l'importanza di questo testo, e questo ci dice qualcosa su come nascevano le sue canzoni. John infatti credeva nella casualità, e su questo fondava il suo processo creativo. Questo significa che se, come in questo caso, la rabbia era l'emozione che lo spingeva a scrivere una canzone, quell'emozione doveva essere preservata, al di là delle conseguenze.

4. The Beatles Anthology di Geoff Wonfor e Bob Smeaton (1995)
Anche se è il documento più completo e istruttivo sulla storia dei Beatles (sono 5 dvd!), l'Anthology è per me una visione tristissima. Perché John non c'è, ed è troppo forte la sensazione che gli altri tre siano lì solo per i soldi.

5. Across the Universe di Julie Taymor (2007)


Lo spirito che manca all'Anthology è invece presente in questo musical, e devo dire che non l'avrei mai detto. Eppure è impossibile guardarlo senza sentirsi pieni di voglia di fare e "innamorati". In breve Across the Universe è una cronaca degli anni '60 fra l'Inghilterra e l'America, seguendo la storia d'amore fra Jude, operaio di Liverpool, e Lucy, ragazza di buona famiglia dell'Ohio. In mezzo ci sono le comparsate di Bono, che impersona Dr. Robert, e Joe Cocker, che canta Come Toghether. Unica avvertenza: non guardatelo con un fan dei Beatles, vi interromperà ogni due secondi per spiegarvi tutte le citazioni.

6. Lennon Naked di Edmund Coulthard (2010)


Questo è un tv-movie realizzato dalla BBC, ma è fatto bene. Si concentra sul periodo 1968-1970 e sulla fuoriuscita di John dai Beatles, dall'incontro con Yoko al primo disco da solista. È un John particolarmente arrabbiato, che sta facendo i conti col suo passato grazie al dottor Arthur Janov e alla terapia del primal scream. Però la scena in cui John ascolta Mother (una delle sue canzoni più belle) e urla in faccia al padre che anni prima lo aveva abbandonato non è affatto male. E secondo me l'attore che impersona John (si chiama Christopher Ecclestone) fa un buon lavoro.

7. Nowhere Boy di Sam Taylor Wood (2009)
Grande delusione per questo film che dovrebbe raccontare l'adolescenza di John e invece lo ritrae come un bullo spaccatutto e abbastanza antipatico. Aaron Johnson, che veste i panni del giovane Lennon, secondo me non ci sta a dire niente.

8. Backbeat di Iain Softley (1994)
Non ricordo molto di questo film. Parla del periodo 1960-1962, quando i Beatles si facevano le ossa nei locali malfamati di Amburgo ed erano molto rock'n'roll. Ma il vero protagonista è Stuart Sutcliffe, il primo bassista del gruppo, che ad Amburgo si innamorò di Astrid Kircherr, artista e fotografa. Sull'importanza di questa fase nella storia dei Beatles dovrete aspettare un po' perché sto preparando una mini-storia a fumetti, presto su questo blog.

9. Help! di Richard Lester (1965)


La seconda prova sul grande schermo dei Beatles non riesce a eguagliare A Hard Day's Night. Sempre sotto la guida di Richard Lester, Help! ha alcune scene divertenti, ma l'impressione è che attori, regista e troupe fumassero davvero troppe canne. Eppure questo film ha un merito: fu qui che George vide per la prima volta uno strumento musicale indiano, dando il via a un incontro fra culture che avrebbe coinvolto un'intera generazione.

10. Yellow Submarine di George Dunning e Dennis Abey (1968)


E anche qui le droghe non mancano, solo che sono lisergiche. Yellow Submarine ha un ritmo che oggi è difficile da sostenere: rispetto ai cartoni di oggi è l'equivalente dei Teletubbies, e forse per questo ha un effetto ipnotico. Comunque è geniale, soprattutto nella scena di Nowhere Man.

11. 1964: allarme a New York, arrivano i Beatles di Robert Zemeckis (1978)
Si racconta che quando i Beatles fecero la loro prima apparizione televisva negli Usa, all'Ed Sullivan Show, anche i ladri smisero di rubare e gli assasini di uccidere pur di vederli. Per capire quel momento di follia collettiva che fu la Beatlemania si può guardare questo film, che racconta il fenomeno dal punto di vista dei ragazzini loro fans. Senza far mai vedere i Beatles. È l'esordio di Zemeckis, è prodotto da Steven Spielberg, ed è abbastanza divertente.

Altre visioni in ordine sparso
Ammetto di non aver mai visto Magical Mystery Tour, ma non è colpa mia. Dev'essere talmente brutto che tutti si guardano bene dal pubblicarlo in dvd. Non ho mai visto neanche Come ho vinto la guerra, un altro film del 1967 di Richard Lester, stavolta con il solo John (che durante le riprese, in Spagna, scrisse Strawberry Fields Forever). Ultra-citazioni beatlesiane si trovano invece nella puntata dei Simpson Il quartetto vocale di Homer e in Music Graffiti, film del 1996 diretto da Tom Hanks (che interpreta un personaggio direttamente ispirato al manager dei Beatles Brian Epstein).