mercoledì 13 luglio 2011

L'angolo della lettura da spiaggia - Pitchfork edition

Anche se può essere sembrato il contrario da qualche riferimento in un mio precedente post, io non ho quasi nulla contro Pitchfork, giuro. Anzi, come credo valga per tutti, uno dei miei passatempi preferiti è insultarli a voce alta quando – tutte le settimane – leggo le loro recensioni da 10 tondo per la band di ventenni statunitensi del momento, o per la spocchia ultraterrena con cui demoliscono dischi che io ho adorato. Mi piace anche molto scorrere le loro liste degli album migliori dell'anno/decennio/secolo/millennio e costruire grafici che seguano l'andamento delle percentuali di musica hip hop inserita per dimostrare l'apertura mentale della redazione e l'innegabile eclettismo dei loro ascolti.
Comunque non tutte le liste di Pitchfork vengono per nuocere. Ad esempio, l'ultima che hanno pubblicato mi è piaciuta sul serio e mi è anche parsa molto in linea con il sottotitolo di questo blog, per cui ve la rigiro. Si tratta dei 60 libri musicali preferiti dalla redazione: è una lista che copre più o meno tutto quello che vi viene in mente, dalla cronaca delle avventure sessuali dei Mötley Crüe all'autobiografia di Jay-Z, dalla storia del krautrock all'analisi di Let's Talk About Love di Céline Dion. In mezzo trovate anche capolavori assoluti, come Please Kill Me, una splendida storia orale del punk newyorkese, oppure una delle raccolte di scritti di Lester Bangs, o anche il libro di Ian MacDonald – particolarmente caro al nostro redattore capo – che ripercorre tutta la carriera dei Beatles canzone per canzone.
In effetti è un'idea che mi è piaciuta talmente tanto che ho deciso di dare il mio personale contributo. Ecco quindi qualche titolo italiano, per non essere sempre così anglocentrici ché poi si diventa provinciali:

Alessandro Portelli (2004), Canzone politica e cultura popolare in America. Il mito di Woody Guthrie, DeriveApprodi.

In tanti conoscono Portelli per i suoi meravigliosi lavori di storia orale, che se non avete letto dovete correre a procurarvi ORA. Alcuni forse ignorano, però, che la sua occupazione principale è quella di americanista e professore di letteratura anglo-americana, che è anche un po' il lavoro dei miei sogni, e il saggio che vi consigliamo su Woody Guthrie è infatti la sua tesi di laurea risalente al 1973 o giù di lì. È un bellissimo libro e permette anche al profano di avvicinarsi all'opera di uno dei più influenti cantautori della storia della musica statunitense, se non il più influente di tutti, fornendo anche un'importante cornice storico-politica del mondo in cui Guthrie si muoveva e che ha cantato per tutta la vita. Per un ulteriore approfondimento si consiglia anche vivamente l'ultimo libro di Portelli, America profonda (Donzelli Editore).

Oderso Rubini e Andrea Tinti (2009), Non disperdetevi. 1977-1982 San Francisco, New York, Bologna. Le città libere del mondo, Shake Edizioni.

I bolognesi (anche di adozione) si dividono in due grandi categorie: quelli secondo cui il '77 è stata la fine di tutto e quelli per cui è stato il mitologico inizio. Qualsiasi sia la vostra prospettiva, è sicuramente un anno di cui vale la pena sapere qualcosa, e questo libro vi fornisce tutti gli strumenti per avvicinarvi alla caotica e prolifica scena artistica e musicale dell'epoca: documenti, testimonianze dei protagonisti, fotografie e ritagli di giornale. Il sottotitolo è leggermente altisonante ma efficace, e infatti quando l'ho regalato ad una coppia di amici che vive in California si sono messi a ridere ma gli è anche piaciuto molto.


Eddy Anselmi (2009), Festival di Sanremo. Almanacco illustrato della Canzone Italiana, Panini.

Altro ottimo prodotto Made in Bologna. Una sorta di instant classic, questo Almanacco scritto da un vero esperto – già fondatore di festivaldisanremo.com – si presenta da sé. Una vera enciclopedia che contiene la storia di tutto il Festivàl, e sono convinta che in ogni casa italiana dovrebbe trovarsene una copia.



Maurizio Blatto (2010), L'ultimo disco dei Mohicani, Castelvecchi.

Questo invece viene da Torino. Devo ammettere che non l'ho ancora letto, ma il booktrailer e un video degli Offlaga Disco Pax che ne recitavano un brano durante un concerto mi hanno convinto a priori. L'autore è Maurizio Blatto, proprietario del negozio di vinili torinese Backdoor, il quale ha deciso di raccogliere tutti i migliori – e peggiori – aneddoti che hanno costellato la sua carriera di spacciatore di musica. Alcuni sono veramente impensabili, davvero, Alta Fedeltà gli fa una pippa. Per completezza, vi aggiungo anche una recensione su Carmilla.


Qui mi fermo, ma sono aperta a suggerimenti. Ritenete che io abbia clamorosamente ignorato alcuni capolavori della letteratura musicale italiana distruggendo così la poca credibilità che mi ero conquistata con la foto di PJ Harvey? Non mancate di farmelo notare nei commenti!

3 commenti:

  1. Vorrei specificare che ormai ho superato il libro di Ian Mac Donald. Ora la Bibbia è la Beatles Anthology.

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  2. Non è "professionale" fare i complimenti al proprio blog ma...questo post è bellissimo Claudia! :D

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  3. ma grazie :) e grazie anche per il seguito!

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