al minuto 2:07 ha un sussulto un pò folle, ma la vecchia tigre malkmus contiua a ruggire che è un piacere
martedì 16 agosto 2011
martedì 2 agosto 2011
Marry Me Aidan
Aidan Moffat & Malcolm Middleton - Two Cousins 1999 by theQuietus
domenica 31 luglio 2011
Compilation per l'estate
2. Mi sono innamorato di te, di Luigi Tenco
3. Ritornerai, di Bruno Lauzi
4. Aria di neve, di Sergio Endrigo
5. Città vuota, cantata da Mina (in realtà è la cover di It's a lonely town)
6. Ho capito che ti amo, di Luigi Tenco (nella versione di Ornella Vanoni)
7. Te lo leggo negli occhi, di Sergio Endrigo (nella versione di Franco Battiato)
8. Innamorati a Milano, di Memo Remigi
9. Ora o mai più, cantata da Mina e scritta da Gianni Ferrio (musica) e Antonio Amurri (parole)
10. Vedrai, vedrai, di Luigi Tenco
lunedì 25 luglio 2011
mercoledì 20 luglio 2011
Un'estate in Scandinavia
Così, se lo scorso anno (e pure quello precedente, a dire la verità) è stato quello di Emiliana Torrini (trentaquattrenne islandese dal padre italiano) e la sua Jungle Drum, questa - già me lo sento - sarà l'estate di Lykke Li.
La ragazza, il cui nome vero è Li Lykke Timotej Zachrisson - e qui tutti la ringraziamo per l'abbreviazione che ci ha concesso -, ha 25 anni ed è nata in Svezia e cresciuta tra Portogallo, Marocco, Nepal e India. All'attivo ha due album (Youth Novels del 2008 e Wounded Rhymes del 2011) e la sua musica "è un misto di pop, indie ed elettronica". La giovine si diverte anche ad inserire nei suoi lavori gli strumenti più disparati come violini, sintetizzatori, tamburelli, sassofoni e chi più ne ha più ne metta. Detto questo, le sue due canzoni candidate ad essere parte della colonna sonora della mia estate non appartengono all'ultimo album, bensì al primo e sono "Dance dance dance" e "Little bit", rispettivamente seconda e sesta traccia del già citato Youth Novels.
Se anche a voi in estate capita di lasciar perdere la musica caraibica e trovare quello che vorreste ascoltare mentre guidate per andare al mare nella musica proveniente dal luogo geografico più improbabile di tutti, non vi resta che alzare il volume e ondeggiare la testolina piena di sabbia e acqua salata.
(Nella foto, Emiliana Torrini)
martedì 19 luglio 2011
Cass McCombs
dice che sulla sua tomba farà scrivere “home at last”. se ci arriverà seguendo la rotta di questo video, sarà stato un bell’andare…
domenica 17 luglio 2011
I saw a film today, oh boy
sabato 16 luglio 2011
Phone Piece
giovedì 14 luglio 2011
L'angolo della lettura da spiaggia - aggiunte italiane ed emiliane
Il tutto, però, mi ha fatto ricordare un altro libro musicale italiano. Diciamo che più sulla musica è concentrato una "scena" di un certo periodo, e più che sull'Italia è concentrato su Bologna.
La scena di cui parlo è quella punk/oi! (bolognese, come dicevamo) di fine anni '70 e inizio '80. Così come recita la quarta di copertina, infatti, "dopo il Settantasette, le parole d'ordine del punk controculturale diedero vita inaspettatamente a un piccolo movimento integralista, sotteraneo e intelligente proprio nel cuore della città più libera e meglio governata del mondo". A raccontarlo è Riccardo Pedrini, autore e chitarrista dei Nabat (storico gruppo Oi! bolognese, per l'appunto) e parte del collettivo di scrittori Wu Ming.
Dentro ci trovate proprio tutto: dai primi concerti negli scantinati agli incontri al Disco d'Oro, dai giubbotti di pelle alla contestazione dei Clash in Piazza Maggiore nel 1980.
Sicuramente interessante per conoscere uno dei tanti lati che ha dato vita al "mito" bolognese.
mercoledì 13 luglio 2011
L'angolo della lettura da spiaggia - Pitchfork edition
Comunque non tutte le liste di Pitchfork vengono per nuocere. Ad esempio, l'ultima che hanno pubblicato mi è piaciuta sul serio e mi è anche parsa molto in linea con il sottotitolo di questo blog, per cui ve la rigiro. Si tratta dei 60 libri musicali preferiti dalla redazione: è una lista che copre più o meno tutto quello che vi viene in mente, dalla cronaca delle avventure sessuali dei Mötley Crüe all'autobiografia di Jay-Z, dalla storia del krautrock all'analisi di Let's Talk About Love di Céline Dion. In mezzo trovate anche capolavori assoluti, come Please Kill Me, una splendida storia orale del punk newyorkese, oppure una delle raccolte di scritti di Lester Bangs, o anche il libro di Ian MacDonald – particolarmente caro al nostro redattore capo – che ripercorre tutta la carriera dei Beatles canzone per canzone.
In effetti è un'idea che mi è piaciuta talmente tanto che ho deciso di dare il mio personale contributo. Ecco quindi qualche titolo italiano, per non essere sempre così anglocentrici ché poi si diventa provinciali:
Alessandro Portelli (2004), Canzone politica e cultura popolare in America. Il mito di Woody Guthrie, DeriveApprodi.
In tanti conoscono Portelli per i suoi meravigliosi lavori di storia orale, che se non avete letto dovete correre a procurarvi ORA. Alcuni forse ignorano, però, che la sua occupazione principale è quella di americanista e professore di letteratura anglo-americana, che è anche un po' il lavoro dei miei sogni, e il saggio che vi consigliamo su Woody Guthrie è infatti la sua tesi di laurea risalente al 1973 o giù di lì. È un bellissimo libro e permette anche al profano di avvicinarsi all'opera di uno dei più influenti cantautori della storia della musica statunitense, se non il più influente di tutti, fornendo anche un'importante cornice storico-politica del mondo in cui Guthrie si muoveva e che ha cantato per tutta la vita. Per un ulteriore approfondimento si consiglia anche vivamente l'ultimo libro di Portelli, America profonda (Donzelli Editore).
I bolognesi (anche di adozione) si dividono in due grandi categorie: quelli secondo cui il '77 è stata la fine di tutto e quelli per cui è stato il mitologico inizio. Qualsiasi sia la vostra prospettiva, è sicuramente un anno di cui vale la pena sapere qualcosa, e questo libro vi fornisce tutti gli strumenti per avvicinarvi alla caotica e prolifica scena artistica e musicale dell'epoca: documenti, testimonianze dei protagonisti, fotografie e ritagli di giornale. Il sottotitolo è leggermente altisonante ma efficace, e infatti quando l'ho regalato ad una coppia di amici che vive in California si sono messi a ridere ma gli è anche piaciuto molto.
Altro ottimo prodotto Made in Bologna. Una sorta di instant classic, questo Almanacco scritto da un vero esperto – già fondatore di festivaldisanremo.com – si presenta da sé. Una vera enciclopedia che contiene la storia di tutto il Festivàl, e sono convinta che in ogni casa italiana dovrebbe trovarsene una copia.
Maurizio Blatto (2010), L'ultimo disco dei Mohicani, Castelvecchi.
Questo invece viene da Torino. Devo ammettere che non l'ho ancora letto, ma il booktrailer e un video degli Offlaga Disco Pax che ne recitavano un brano durante un concerto mi hanno convinto a priori. L'autore è Maurizio Blatto, proprietario del negozio di vinili torinese Backdoor, il quale ha deciso di raccogliere tutti i migliori – e peggiori – aneddoti che hanno costellato la sua carriera di spacciatore di musica. Alcuni sono veramente impensabili, davvero, Alta Fedeltà gli fa una pippa. Per completezza, vi aggiungo anche una recensione su Carmilla.
Qui mi fermo, ma sono aperta a suggerimenti. Ritenete che io abbia clamorosamente ignorato alcuni capolavori della letteratura musicale italiana distruggendo così la poca credibilità che mi ero conquistata con la foto di PJ Harvey? Non mancate di farmelo notare nei commenti!
sabato 9 luglio 2011
Cinque ipotesi sul video di Just
I Radiohead dicono che non la riveleranno mai, e molto probabilmente non c'è nulla da rivelare, però è dal 1995 che tutti continuiamo a chiederci: che cosa dice l'uomo steso per terra alla fine del video di Just? Ecco le ipotesi più diffuse sul web:
1. "Il regista ha detto che ora dobbiamo stenderci tutti a terra"
2. I numeri di Lost
3. Si tratta in realtà di un test di mercato prima di lanciare cose come subs addicted o subsfactory
4. "Down is the new up"
5. Probabilmente la stessa frase che Bill Murray sussurra a Scarlett alla fine di Lost in translation
giovedì 7 luglio 2011
di anniversari ancora freschi e cose che bisogna avere il coraggo di non nascondersi
li avevo incasellati nei peccati di gioventù. poi alla radio ascolto x caso "riders on the storm" e la pioggia lava via qualche certezza...
Diverse prospettive sul medesimo concerto di PJ Harvey
Bella foto, no? In fondo, questa foto è ben valsa il caldo tropicale ferrarese che si respirava nel punto in cui mi trovavo e la battaglia con uno sciame di zanzare proveniente dal fossato del castello. Un'altra ardua prova che ho dovuto superare per ottenerla è stata ignorare un vicino gruppo di 8 persone – ognuna delle quali incredibilmente dotata di enorme reflex con lunghissimo teleobbiettivo – che credevano forse di trovarsi ad un concerto dei Take That nel '94 e, quando non mi stavano bloccando la visuale, urlavano: “PIGEI! IU AR UONDERFUL!”, o anche “POLLI GIN! AI LOV IU!”.
Ma ce l'ho fatta. E, a proposito, concerto perfetto, voce perfetta, band perfettissima. PiGei, ai lov iu.
domenica 3 luglio 2011
Di come sono arrivata alla conclusione che avevo bisogno di scrivere un post su Elvis Costello
Bret Easton Ellis (© Jeff Burton) |